Il mese è stato caratterizzato dalla positività degli indici azionari, con mercati obbligazionari e materie prime sostanzialmente invariati.
Nelle azioni gli indici americani hanno sovraperformato il resto del mondo e in particolare i mercati emergenti. In assenza di una chiara leadership a livello settoriale è proseguita la sovraperformance delle principali capitalizzazioni (nell’S&P 500 le Magnifiche 7 si sono apprezzate del 10%, a fronte del rialzo del 3% dei restanti 493 componenti dell’indice), ma la positività si sta estendendo a diverse aree geografiche e dei mercati. Il fattore trainante delle azioni si sta spostando dall’espansione dei multipli, che nell’ultimo semestre ha beneficiato delle aspettative di crescita economica e di riduzione dell’inflazione, alla crescita degli utili. Stiamo assistendo ai rialzi delle stime più significativi da quando, tra il 2021 e il 2022, l’economia globale usciva dalla recessione indotta dal Covid. Ed è in continuo aumento il numero dei settori che evidenzia un miglioramento delle stime di crescita e che, con la pubblicazione dei risultati trimestrali, batte le stime di consenso. Questa tendenza appare evidente in USA ed Europa ed anche a livello globale, dove solo 5 settori (Tech Hardware, Leisure Goods, Tobacco, Industrial Metals e Chemicals) hanno registrato più tagli che rialzi di stime dopo i risultati sul primo trimestre 2024.
Con queste premesse lo scenario è positivo per le azioni anche dal punto di vista macroeconomico, perché il ciclo degli utili è relativamente “agli inizi”, e generalmente i mercati azionari beneficiano del trend positivo degli utili aziendali; perché diversi indicatori segnalano che la disinflazione in atto è destinata a continuare; perché le banche centrali hanno smesso di alzare i tassi ed alcune hanno iniziato una nuova fase di politica monetaria espansiva, in risposta alla stabilizzazione del tasso di inflazione; e perché le economie di gran parte dei Paesi sviluppati ed in via di sviluppo evidenziano segnali di rafforzamento, con conseguenze positive per gli utili aziendali e per i corsi azionari.
Il rialzo in atto nelle materie prime industriali sembra confermare che l’economia mondiale si sta rafforzando. Sta aumentando il capitale investito nel settore manifatturiero, con effetti evidenti sulla domanda di materie prime industriali che il settore minerario, dopo anni di tagli agli investimenti, rischia di non essere in grado di soddisfare, innescando un ulteriore rialzo nei prezzi delle commodities.
Il mese di maggio è stato positivo per oro e rame, seppure con un significativo movimento rialzista nelle prime due settimane ed un altrettanto significativo movimento ribassista nelle ultime due. L’aumento della volatilità potrebbe avere una natura tecnica piuttosto che fondamentale, considerato che l’ultima fase del movimento rialzista è stata amplificata da flussi speculativi e che, ai livelli attuali, una correzione è destinata ad eliminare alcuni eccessi e porre le basi per il rafforzamento della tendenza positiva iniziata a febbraio.
Abbiamo mantenuto un profilo di rischio coerente con il contesto positivo per azioni e materie prime non particolarmente interessante per le obbligazioni. L’esposizione alle azioni è stata ridotta nelle ultime sedute del mese attraverso la vendita di future sull’indice MSCI World. Nel periodo abbiamo aumentato l’esposizione all’Europa (+45%) prevalentemente attraverso l’indice svizzero, riducendo il peso di Nord America (-8,5%) e Giappone (-2,5%). Abbiamo ridotto il peso di energetici (-6,5%), consumer discretionary (-4%), health care e finanziari (-2% ognuno) a fronte di acquisti in information technology, comunicazioni e real estate (+1% ognuno) e industriali (+3%). Abbiamo ridotto il peso dei titoli governativi (-16%) abbassando la duration da 0,2 a -0.8 anni. Nelle divise abbiamo ridotto le posizioni corte su CAD, SEK e NOK a fronte della riduzione dell’esposizione a USD, GBP e CHF.